Come ottenere un visto per gli USA (e trasferirsi)

    Sono lontani i tempi in cui per trasferirsi negli Stati Uniti bastava prendere un biglietto transoceanico, avere qualche conoscenza in America, cercare un lavoro ed inseguire il sogno Americano. Oggi la realtà è ben diversa e trasferirsi negli USA per molti rimane solo un sogno in quanto è diventato molto difficile soddisfare i numerosi requisiti previsti al fine di ottenere un visto per l’ingresso nel Paese. In questa piccola guida offriamo spunti su come trasferirsi legalmente nel Paese che vanta il sistema di immigrazione più complesso al mondo.

     

    1. Introduzione

    Requisito necessario per vivere e lavorare negli Stati Uniti è ottenere un visto con certe caratteristiche. Vi sono numerose tipologie di visti disponibili, ma, per ognuna di esse , è necessario soddisfare determinati requisiti dettati dall’USCIS (United States Customs and Immigration Services) e dalle leggi sull’immigrazione Statunitense (Immigration National Act, INA).

    Molto spesso, specialmente sui blog online o gruppi Facebook, viene posta la domanda: “Come posso trasferirmi negli Stati Uniti?”. La risposta non è semplice, anzi, è molto complessa e, nella maggior parte dei casi, dipende principalmente dall’attività che il candidato desidera svolgere negli Stati Uniti e dai suoi requisiti personali. Va ricordato che, in genere, le categorie di soggetti con maggiori possibilità di trasferirsi sono:

    • persone con famigliari stretti già presenti negli Stati Uniti;
    • persone disposte ad investire (imprenditori), e a spendere denaro (come studenti e turisti);
    • persone molto qualificate in un determinato campo (ad esempio dottori di ricerca);
    • persone dotate di un talento eccezionale nel proprio campo professionale.

    Prima di approfondire come funziona l’immigrazione americana, facciamo l’esempio immaginario di Giorgio. Giorgio, dopo essersi diplomato presso l’istituto alberghiero, lavora da 10 anni come cuoco presso un ristorante sul lago di Como: il suo sogno è sempre stato quello di trasferirsi negli Stati Uniti. Marco, suo amico d’infanzia e con passaporto americano (in quanto nato a New York), ha appena aperto un ristorante italiano a Fort Lauderdale (Florida) e vorrebbe assumere Giorgio, data la sua esperienza e, soprattutto, amicizia. Così i due si recano da un avvocato dell’immigrazione e si informano sui visti, ma, purtroppo, ci sono brutte notizie per Giorgio: non rientra in nessuna categoria di visto. Come mai direte voi? Perché’ non soddisfa nessun requisito per determinate categorie di visto: essendo il lavoro di cuoco molto generico (non richiede un alto livello di specializzazione), risulta estremamente difficile dimostrare all’immigrazione che il lavoro di Giorgio non è facilmente reperibile nel mercato del lavoro americano. Tuttavia Giorgio non demorde e decide di recarsi direttamente a Fort Lauderdale tramite ESTA (ossia il permesso di recarsi negli Stati Uniti per turismo o light business a cui i cittadini di certe nazioni convenzionate con gli USA all’interno del Visa Waiver Program possono ricorrere senza dover chiedere un visto vero e proprio). Volendo cominciare a lavorare subito per Marco, Giorgio mette in valigia le divise da chef e il suo set di coltelli professionali. Al suo arrivo all’immigrazione all’aeroporto di Miami, gli vengono poste numerose domande tra cui ad esempio perché il biglietto di ritorno per l’Italia è tra 80 giorni. Giorgio risponde che ha bisogno di una vacanza lunga e alla domanda “quale lavoro fai in Italia” lui risponde “Chef”. Gli ufficiali dell’immigrazione vedono Giorgio particolarmente nervoso (sono molto abili a riconoscere le persone che mentono) e cosi lo conducono in una stanza per ulteriori domande (secondary inspection). Gli ufficiali dell’immigrazione decidono di aprire la valigia di Giorgio e trovano le divise e i coltelli. Il verdetto dell’ispezione è quasi istantaneo: viene negata l’autorizzazione ad entrare negli Stati Uniti in quanto Giorgio, nonostante stia tentando di entrare con l’ESTA, che presuppone un intento turistico,  ha tutt’altre intenzioni, ovvero quelle di entrare negli Stati Uniti e lavorare illegalmente. Giorgio viene così imbarcato (a spese proprie) sul primo volo di ritorno per Milano, e il suo sogno americano viene infranto. Questa storia (molto più comune di quanto si possa immaginare) ci insegna che non tutti hanno le stesse possibilità di trasferirsi negli Stati Uniti e che l’ingresso illegale (come accaduto a Giorgio) è una pessima opzione, assolutamente non consigliabile.

    Tuttavia, ogni persona presenta requisiti diversi l’una dall’altra: per questo motivo riteniamo sia importantissimo consultarsi sempre con un avvocato dell’immigrazione prima di intraprendere qualsiasi decisione riguardante un trasferimento negli Stati Uniti.

    2. Come funziona l’immigrazione americana

    Come già anticipato in precedenza, gli Stati Uniti concedono visti solo a soggetti con determinati requisiti che variano a seconda della categoria di visto. In via generale, possiamo concludere l’immigration vede di buon occhio coloro che:

    • presentano skills poco presenti nel mercato del lavoro Americano al fine di beneficiare le proprie aziende e colmare i gaps tra domanda ed offerta in determinati mercati del lavoro. Ad esempio, una ricercatore in scienze matematiche presso la Normale di Pisa con all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche su modelli matematici legati alla finanza avrà molte più probabilità di successo rispetto ad un cameriere nel trovare occupazione, in quanto è più facile dimostrare che l’azienda sponsor (ossia l’azienda americana disposta ad assumere) non sia in grado di trovare un Americano (o residente) con le stesse skills;
    • portano capitali all’interno dell’economia statunitense, ad esempio investitori, imprenditori disposti ad aprire un’attività, o anche semplicemente turisti e studenti che decidono di studiare la lingua o frequentare l’università;
    • hanno parenti stretti che vivono negli Stati Uniti (in questo caso i tempi sono rapidi se si parla del coniuge, ma già molto lunghi se si tratta di fratelli o sorelle, in genere superiori ai 10 anni).

    Inoltre è importante ricordare che, indipendentemente dalla categoria di visto richiesto, bisogna pur sempre rispettare requisiti soggettivi comuni a tutte le categorie di visto, ad esempio:

    • fedina penale pulita e alcuni reati commessi in passato possono molto probabilmente inibire al soggetto l’ottenimento di qualsiasi tipo di visto. Se per alcuni reati è possibile ottenere dei waivers (ossia la non applicazione delle regole di inammissibilità), per altri reati, come ad esempio i reati legati al commercio o consumo di sostanze stupefacenti, anche di lieve gravità, non vi è la possibilità di ottenere alcun waiver;
    • non essersi mai trattenuti negli Stati Uniti oltre il periodo indicato per il tipo di visto di cui si era in possesso (un esempio classico di overstay si verifica quando il titolare del visto turistico decide rimanere negli Stati Uniti più dei 90 giorni concessi).

    Alcune categorie di visti, come ad esempio i visti immigrante (Green Cards) e i visti studente richiedono informazioni riguardante gli asset e le entrate finanziarie del candidato in quanto il governo degli Stati Uniti vuole prevenire che tali applicanti, una volta negli Stati Uniti, richiedano sussidi governativi (ed essere considerato un public charge). Possiamo riassumere quanto scritto sopra in questa infografica:

    3. Le categorie dei visti

    Prima di vedere una panoramica generale sui visti per gli Stati Uniti, è importante ricordare che vi sono due macrocategorie di visti:

    • visti immigrante, ossia la Green Card;
    • visti non-immigrante, ossia tutti gli altri visti.

    La differenza tra le due categorie è molto semplice: la Green Card presuppone che il beneficiario abbia l’intenzione di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti, mentre tutti gli altri visti presentano la caratteristica della temporaneità, ossia il ritorno in patria del beneficiario una volta che il visto è scaduto. Inoltre, il titolare di green card può scegliere dove vivere e per chi lavorare, mentre un soggetto in possesso di un visto lavorativo non immigrant può lavorare solo per la compagnia che lo ha assunto e “sponsorizzato” per il visto: nel caso tale rapporto di lavoro venga a mancare, il visto stesso decadrà ed il beneficiario dovrà tornare nel proprio paese d’origine.

    Prima di approfondire le categorie dei visti, ricordiamo che in questa sede non tratteremo visti speciali, come quelli concessi per motivi umanitari e religiosi.

    3.1 Visti immigrante (Green Card)

    La Green Card da’ al beneficiario il privilegio di vivere e lavorare liberamente negli Stati Uniti. Va ricordato  che il nome “Green Card” è usato colloquialmente in quanto la carta stessa ha colore verde, ma la definizione corretta in termini legali è quella di  Permanent Resident Card, che attesta il possesso dello status di Residente Permanente (U.S. Permanent Resident oppure LPR, Lawful Permanent Resident).

    La Green Card può essere generalmente ottenuta tramite:

    • Ricongiungimento famigliare. L’esempio più comune è quello dell’ottenimento della carta verde tramite matrimonio con un cittadino Statunitense o titolare di Green Card, nel qual caso i tempi sono relativamente rapidi per l’ottenimento della carta verde stessa. I casi possibili sono molteplici, ma ricordiamo che solo i membri familiari stretti possono richiedere la carta verde (ad esempio coniugi, figli, fratelli e sorelle di un cittadino americano o possessore di carta verde). Ne consegue che cugini, zii etc. non hanno la possibilità di fare domanda: inoltre, ricordiamo che per i fratelli e sorelle di cittadini americani i tempi sono molto lunghi (superiori ai dieci anni).
    • Investimento. Tramite un investimento minimo di almeno $900,000 è possibile ottenere una carta verde per investitori (EB-5). Tuttavia, va ricordato che tali Green Card sono limitate e non richiedono una partecipazione diretta nel business, come ad esempio nel caso l’investimento venga fatto tramite i Regional Centers.
    • Lavoro. E’ possibile ottenere la carta verde se il candidato dispone di straordinaria abilità nelle arti, nelle scienze, in business o qualità sportive uniche a livello mondiale (EB-1), o se comunque presenta caratteristiche tali da non essere facilmente rimpiazzabile nel mercato del lavoro americano (EB-2 e EB-3).
    • Lotteria. Ogni anno, precisamente ad ottobre, si svolge la Diversity Lottery, ossia una lotteria vera e propria dove vengono concesse 50mila carte verdi tramite estrazione totalmente casuale. Non tutti possono partecipare: l’obiettivo della lotteria è infatti quello di garantire un mix etnico equilibrato negli Stati Uniti e, per tale motivo, chi proviene da Nazioni fortemente rappresentate dagli immigrati negli Stati Uniti (ad esempio Cina e Messico) non possono partecipare. Coloro nati in Italia possono partecipare.

    Ricordiamo inoltre che la Green Card si può ottenere mentre si è già negli Stati Uniti con un visto non-immigrante tramite AOS (Adjustment of Status). Ad esempio, chi in possesso di un visto lavorativo H-1B può, dopo un certo periodo di tempo, far richiesta di Green Card (non è detto, tuttavia, che tale Green Card venga assegnata).

    Prima di approfondire i visti non-immigrante, è importante ricordare un caso particolare di visto che poi porta alla richiesta di Green Card, ossia il visto K-1 (fiancé visa). Tale visto viene rilasciato a coloro che si recheranno negli Stati Uniti per contrarre matrimonio con il proprio partner, il quale, deve avere cittadinanza americana. Il matrimonio deve avvenire entro 90 giorni dalla data dell’ingresso del candidato negli Stati Uniti e, dopo il matrimonio, è possibile fare un AOS (Adjustment of Status) e richiedere la carta verde.

    3.2 Visti non-immigrante

    Come già anticipato in precedenza, i visti non-immigrante hanno come particolarità la temporaneità della permanenza negli Stati Uniti, ossia l’intenzione del candidato a tornare nel suo paese di origine quando il visto scadrà (e non sarà rinnovabile). Vediamo ora le principali categorie di visti non-immigrant:

    • Visti di categoria B (turismo, affari, cure mediche). Il Visto di categoria B è disponibile per coloro che desiderano recarsi negli Stati Uniti per turismo, per affari (B-1) oppure per cure mediche (B-2). La durata dei visti B è di 90 giorni dalla data di ingresso nel paese, prorogabile sino a 180 (richiede intervista al consolato). Il visto B-1 non è da confondere con l’ESTA, il quale, non è un visto, ma è una autorizzazione ad imbarcarsi su un aereo o nave diretto negli Stati Uniti. Il visto B viene infatti rilasciato direttamente alla frontiera, a discrezione dell’agente doganale (CBP, Customs and Border Protection).
    • Visti di categoria E (commercio, investimento). I visti di categoria E si dividono in due categorie:
      • Visto E-1. Per i titolari o key employees (ossia impiegati essenziali per il business) di una società americana che svolge commercio internazionale tra gli Stati Uniti e il paese di origine del titolare..
      • Visto E-2. Per i titolari o key employees (ossia impiegati essenziali per il business) di una società americana in cui i titolari hanno effettuato un investimento sostanziale.
    • Visti di categoria F, M (studenti). Per coloro che sono stati accettati da una scuola o università negli Stati Uniti. Due sono le categorie principali:
      • Visto F-1. Viene rilasciato a coloro che seguiranno studi accademici (la durata del visto è pari alla durata del programma);
      • Visto M-1. Viene rilasciato a coloro che conseguiranno studi non-accademici o professionali (durata massima di un anno).
    • Visti di categoria I (giornalisti e operatori dei media).
    • Visti di categoria J (scambi culturali). Per coloro che sono stati accettati a partecipare ad un programma di scambio culturale o per motivi di ricerca, finalizzati alla promozione di interscambio fra persone di diversi paesi con conoscenze e skills particolari nelle arte, scienze, e nell’istruzione. La durata del visto è uguale alla durata del programma di scambio.
    • Visti di categoria H, L, O, P, Q, R (lavoratore temporaneo). Vediamo le singole categorie di visti per i lavoratori temporanei:
      • Visto di categoria H. Vengono rilasciati a coloro che presentano skills lavorative molto avanzate, ottenute tramite studi accademici di alto livello oppure grazie ad esperienze lavorative importanti. La durata del visto varia dalla sottocategoria del visto stesso (H-1B, H-2B, H-3B).
      • Visto di categoria L. Viene rilasciato a manager o a personale altamente qualificato che lavora per un’azienda che presenta una filiale negli Stati Uniti. Il visto è valido dai 5 ai 7 anni.
      • Visto di categoria O. Viene rilasciato a persona con uno straordinario talento in ambito artistico, sportivo, business, scientifico e culturale-educativo.
      • Visti di categoria P. Viene rilasciato ad atleti eccezionali, team di atleti e a compagnie legate all’entertainment

    Non vengono approfonditi in questa sede i visti per diplomatici, funzionari o militari (visti di categoria A, G, NATO), i visti di transito (C), i visti per coloro che partecipano a programmi di scambio culturale internazionale finalizzati alla condivisione delle tradizione e, più in generale, alla cultura del paese di provenienza (visti Q) e i visti per motivi religiosi (R), per coloro che transito dagli USA per raggiungere una diversa destinazione.

    3.3 Dall’ottenimento del visto alla cittadinanza

    La cittadinanza americana conferisce diritti e doveri, privilegi e benefici economici e si ottiene in diversi modi.

    • Per nascita: si ottiene se una persona nasce nel territorio degli Stati Uniti (jus soli) o se nasce in un paese straniero ma ha uno o entrambi i genitori con cittadinanza statunitense (jus sanguinis)
    • Tramite famigliari: se una persona nasce in un paese straniero ma ha uno o entrambi i genitori con cittadinanza statunitense (jus sanguinis)
    • Per naturalizzazione, ossia l’acquisizione della cittadinanza da parte di uno straniero subordinatamente alla sussistenza di determinati requisiti.

    Il processo di ottenimento della cittadinanza statunitense tramite naturalizzazione una volta arrivati negli Stati Uniti può essere molto lungo e molto dipende dal visto di ingresso. Va ricordato tuttavia che lo step precedente all’ottenimento della cittadinanza è quello dell’ottenimento della carta verde: non è possibile ottenere la cittadinanza americana se in possesso di un visto non immigrante.

    Per diventare un cittadino americano è infatti necessario:

    • avere la Permanent Resident Card (Green Card) per almeno anni cinque, oppure tre nel caso si sia contratto matrimonio con un cittadino americano (e il matrimonio è ancora valido);
    • avere determinati requisiti, tra cui avere 18 anni di età nel momento in cui si invia l’application, essere in gradi di comprendere e parlare inglese e, soprattutto, essere una persona di “good moral character”, ossia non aver commesso reati;
    • passare un test civico e storico sugli Stati Uniti e una intervista con un consolare.

    3.4 Un roadmap per gli USA (infografica)

    4. Conclusioni

    Trasferirsi negli Stati Uniti è un privilegio (non un diritto) riservato solo a coloro che presentano determinati requisiti validi all’ottenimento di un visto di ingresso. Il processo è in genere lungo, dispendioso e molto complesso: per questo motivo è molto importante consultarsi sempre con un avvocato specializzato in immigrazione per valutare quali strade eventualmente intraprendere.

    Interessato/a a trasferirti negli Stati Uniti?

    Contattaci